Per secoli fu proprio nei monasteri che svilupparono la scienza e la pratica d'erboristeria. Durante quei tempi, i monaci e le suore erano in pratica gli unici che si prendevano cura dei malati, i bisognosi ed i deboli. In loro, riconoscevano la sofferenza di Gesù. Anche s. Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale, scrisse nella sua regola che "La cura per i malati deve venire prima di tutte le altre funzioni". In quei tempi questo era considerato un pensiero rivoluzionario, poiché la società pagana disprezzava coloro che erano deboli o sofferenti.
La comprensione delle lingue classiche consentiva ai monaci di usufruire della sapienza dei guaritori dell'antichità: Ippocrate, Asclepio, Dioscoride, Galeno ed altri che sono rappresentati negli affreschi della vecchia farmacia. Nei monasteri nacquero opere come l'Oda Magdunensia, una poesia scritta da un monaco benedettino che spiega l'uso di ottanta erbe medicinali, la Hortulus del monaco Walahfried Strab, una descrizione delle piante medicinali che crescevano nel suo giardino. Ci sono anche i manoscritti delle opere di s. Ildegarda di Bingen, che visse nel monastero di Rupertsberg presso il fiume Reno. Presumibilmente la santa ricevette visioni riguardo all'uso d'erbe medicinali. Con lo sviluppo della farmacia laica, la medicina monastica iniziò a cedere e in alcune regioni scomparve completamente. Lo stesso accadde a Olimje dopo la partenza dei frati Paolini.
I visitatori d'oggi non pienamente soddisfatti di osservare solamente il patrimonio culturale del monastero, hanno chiesto che noi frati ci dedicassimo alla ricerca della salute nella "farmacia di Dio". Quindi i Frati Minori Conventuali di s. Francesco d'Assisi abbiamo onorato i loro desideri ed abbiamo rintrodotto la pratica dell'orto medicinale. Siamo lieti di offrirvi una vasta gamma di infusi d'erbe, tinture, unguenti e diversi altri preparati fatti in casa.